O è Santo o è matto

Di don Elio non abbiamo molti scritti, ci restano la sua tesi di laurea sul “De legibus” di Marco Tullio Cicerone, del 1941, diverse lettere al Vescovo e ai giovani, relazioni e materiali del tempo in cui era vice assistente della G.I.A.C., appunti, cartoline, foto, documenti personali e poco altro. Chi lo conosceva ha affermato

Il grande tessitore

La vita e l’azione, di don Elio Monari qui succintamente presentate, sgorgano da una spiritualità contemplativa e attiva assieme ed è tutt’altro che avulsa dai gravissimi problemi che stavano schiacciando la popolazione italiana negli ultimi anni dell’ultima guerra. La sua carità infatti che dicevano ‘tempestiva’ e ‘puntuale’ tanto da essere giudicata dai benpensanti eccessiva e

La città dei ragazzi e l’uomo coraggioso

Vi sono molti ex-prigionieri di guerra che ricordano con profonda gratitudine l’aiuto ricevuto dagli Italiani al momento della loro fuga, dopo che gli Alleati ebbero firmato l’armistizio, con l’Italia, nel 1943. La punizione inferta per aver aiutato i prigionieri di guerra a fuggire consisteva nell’ imprigionamento, nella tortura e nella morte; eppure, migliaia di semplici

Comitato onoranze di Don Elio

Lettore, hai conosciuto D. Elio Monari? Forse sì, forse no: se sì, io spero che troverai in queste pagine note fedeli e ripiangerai una volta ancora la sua dipartita; se no, ti rammaricherai di non aver potuto avvicinare un’anima bella e buona. Comunque, sappi che D. Elio non è morto, perché vive nello spirito dei

Federico Fontana

Federico Fontana detto Terzo, fratello della mia mamma Filomena, era sergente repubblichino, in distaccamento assieme ad altri commilitoni (molti dei quali compaesani frassinoresi), a Montenegro (Albania). Il 17 ottobre 1943 venne a mancare la usa mamma Teresa Ori in Fontana. Per lutto fece richiesta di licenza che ottenne solo a giugno dell’anno successivo. Quando arrivò

DON ELIO E GLI EBREI

I numerosi profili che tratteggiano la vita di don Elio lo mettono puntualmente in relazione con la rete di soccorso clandestina creata alla fine del 1943 per l’assistenza di diverse categorie di persone seriamente minacciate nella loro esistenza o nelle loro libertà fondamentali. Tale attività è legata indiscutibilmente alla generosità umana e cristiana espressa coralmente

Giuseppe Bernasconi

Io Giuseppe Bernasconi, sono stato accusato di un sacco di cose infami e condannato a morte il 10 agosto 1946 poi commutato in ergastolo e ulteriormente in 30 anni di carcere per essere stato il principale responsabile delle sevizie e della morte inflitte a don Monari e a molti altri patrioti e cittadini nell’estate del

Villa triste e morte

Sono l’Avvocato Giovanni Pampaloni Giovanni Pampaloni, compagno di prigionia di don Elio e del Capitano Feliciani a Villa Triste a Firenze. Dopo il primo interrogatorio, don Monari tornò in cella con il viso tutto gonfio e non fece quasi parola. Era come un senso di pudore, credo, ad impedirgli di raccontarci qualcosa delle bestialità di

Don Mario Crovetti

Io d. Mario Crovetti, parroco di Roncoscaglia già in carcere dal pomeriggio con l’accusa di aver fatto saltare dei ponti con la dinamite, cioè di essere un (esplosif bandit) mi ricordo che vidi d.. Elio a Pievepelago quella sera. Quando lo buttarono giù dalla macchina legato con le mani dietro la schiena e la veste

Don Carlo Berselli

Io Don Carlo Berselli parroco a Sant’Anna Pelago la sera del 5 luglio assistetti, da mio nascondiglio, ad uno spettacolo tragico che vi descrivo: “Scendono le macchine chiuse tedesche portando i morti e i feriti dei loro, ma passano anche dei nostri…! A piedi con le mani legate dietro la schiena, con la tonaca aperta