Materiale didattico pastorale

Io Gian Paolo Feltri amico di don Elio posso testimoniare che nessuno potrà mai conoscere tutte le opere di carità compiute da don Elio: immaginandone molte si potrà essere più facilmente vicini alla realtà. La sua carità non conosceva ostacoli, non conosceva difficoltà. A lui ricorrevano bisognosi di ogni genere. Quando i viveri durante la guerra cominciavano a scarseggiare la famiglia gli faceva pervenire viveri e pane bianco. Povero papà Augusto! D. Elio credo non abbia mai gustato un briciolo del pane saporoso, che sapeva soprattutto di casa sua! Troppe famiglie, con troppi bimbi e anziani senza cibo c’erano in Via S. Paolo e Tre Re; vie malfamate, case malfamate. Molti si scandalizzavano di queste sue frequentazioni. Che importava?  Omnia munda mundi. A chi gli rimproverava questa completa donazione egli rispondeva che ne aveva abbastanza di quello che gli assegnava la tessera, cioè il razionamento dei viveri. Cosa a cui nessuno credeva. In tempo di razionamento alimentare alle porte del seminario all’ora di pranzo si avvicinavano diverse persone con un tegamino per poter prendere un po’ di cibo dalla grande cucina e lui era lì pronto a distribuirlo.

TESTE 3: “Io Emilio Salotti, nel periodo 1942-43, fui colto da fortissimo esaurimento causato da molteplici ragioni: il lavoro che mi occupava tutto il giorno, e tante volte, parte della notte e, soprattutto, la scarsa nutrizione. Quando seppe che ero svenuto alcune volte, si precipitò a casa mia per rendersi conto della motivazione di questi malori. Saputo che una delle cagioni doveva ricercarsi nell’insufficiente alimentazione, per un lungo periodo di tempo mi procurò carne che andava personalmente ad acquistare in provincia da un amico. Non contento di ciò sparse la voce di queste mie necessità tanto da provocare, per alcuni mesi, l’arrivo a casa mia di giovani di Azione Cattolica residenti in campagna, che mi portavano, uova, farina, burro, ecc. tanto che la mia salute ebbe un notevole vantaggio”.