Io d. Mario Crovetti, parroco di Roncoscaglia già in carcere dal pomeriggio con l’accusa di aver fatto saltare dei ponti con la dinamite, cioè di essere un (esplosif bandit) mi ricordo che vidi d.. Elio a Pievepelago quella sera. Quando lo buttarono giù dalla macchina legato con le mani dietro la schiena e la veste aperta sul davanti; i tedeschi gridavano imbestialiti con gli altri camerati e facevano segni, annuendo a lui, al sacerdote, come se lo avessero sorpreso mentre stava finendo un loro ferito. «Pastor, bandit!» dicevano continuamente. Lui aveva il volto abbassato e taceva. Lo spinsero dentro una cella proprio sopra la mia. Mi ricordo che tutta la notte sentii quella sua tosse caratteristica e insistente. Al mattino sentii entrare nella sua cella due tedeschi che urlarono qualcosa poi trascinarono tutti fuori di lì, ancora su una camionetta militare. C’era anche il capitano Feliciani vicino a D. Elio. Non l’ho mai più visto. Ma ricorderò la rabbia feroce con cui i tedeschi lo spingevano qua e là e gli urli che gli facevano dietro. lo, pochi giorni dopo, sarei stato spedito a Fossoli, poi a Mauthausen, indi a Dachau.