Federico Fontana detto Terzo, fratello della mia mamma Filomena, era sergente repubblichino, in distaccamento assieme ad altri commilitoni (molti dei quali compaesani frassinoresi), a Montenegro (Albania). Il 17 ottobre 1943 venne a mancare la usa mamma Teresa Ori in Fontana. Per lutto fece richiesta di licenza che ottenne solo a giugno dell’anno successivo. Quando arrivò in queste zone, non era completamente a conoscenza della vicende di guerra e delle sommosse partigiane in corso nelle zone di montagna, Frassinoro e Montefiorino, dove lui viveva. Anche se avvisato da mio padre Aurelio Tollari (suo cognato) del momento difficile e pericoloso, Terzo, in virtù della sua assenza da questi territori e consapevole di non avere nulla da temere per la sua estraneità alle vicende in corso, decise di presentarsi ugualmente in caserma nel presidio che era presso la Rocca di Montefiorino, per regolarizzare ed avvallare la licenza.
Quando giunse nel presidio a Montefiorino si trovò al centro dello sbandamento, molti militari ed ufficiali erano scappati e restavano solo pochi militari e civili. A questo punto essendo il più alto in grado dovette assumere il comando dei pochi rimasti. Dopo poco si arresero tutti e trattò con i partigiani un accordo per la resa.
Di sicuro la cattura avvenne senza feriti e sena opposizione dei militari. Se non che per varie vicende descritte anche nel libro di Ermanno Gorrieri “la repubblica di Montefiorino” il comando con cui aveva trattato venne spostato e vi rimase una parte di “partigiani esaltati” (Don Donini pag. 26 Don Elio Monari di G. Paolo Feltri). (comunisti). Sicuramente qualcosa non andò come si aspettava lo zio che si sentì “tradito”, espressamente usata in apertura del toccante testo della sua ultima lettera inviata al padre Giovanni riportata integralmente più sotto.
Riferisco anche la testimonianza di una persona presente a questi eventi “… prigionieri furono da prima lasciati scappare sul Dragone e catturati subito dopo. Uno fu ucciso sulla strada mentre cercava di scappare verso Frassinoro, gli altri malmenati e incarcerati nella Rocca” (episodio relazionato e riportato anche sul testo la Repubblica di Montefiorino di Ermanno Gorrieri). Lo zio assieme agli altri venne così condannato a morte. Il giorno 25 (26 per qualche testo) giugno 1944 dopo un processo sommario fu fucilato assieme ad altri militari e civili nella località il Pianello di Montefiorino. Prima dell’esecuzione chiese ed ottenne i conforti religiosi. Fu allora che incontrò Don Elio Monari per i sacramenti. Chiese anche di scrivere alcune lettere una delle quali inviata a suo padre Giovanni (lettera conservata da mia mamma).