Materiale didattico pastorale

Io Don Carlo Berselli parroco a Sant’Anna Pelago la sera del 5 luglio assistetti, da mio nascondiglio, ad uno spettacolo tragico che vi descrivo: “Scendono le macchine chiuse tedesche portando i morti e i feriti dei loro, ma passano anche dei nostri…! A piedi con le mani legate dietro la schiena, con la tonaca aperta sul petto, passa composto e dignitoso un sacerdote che io non vedo in viso che non è don Lino di Piandelagotti, ma che sento qui nell’anima essere un conoscente, un amico. Saprò domani che davanti al cancello della Villa Manfredini, passando, pregasti come Gesù nell’orto degli Ulivi: ‘Basta o Signore, basta che non ne posso più’. Saprò che essi ti tolsero il colletto, ti apersero davanti la tonaca, per mettere in mostra la camicia partigiana e che chiamate le poche donne rimaste nell’albergo dissero loro: ‘Questo niente pastore, falso pastore, partigiano vestito pastore’. (sempre urlato con accento tedesco) Saprò ancora domani, avanti sera, per bocca dei tuoi giovani patrioti, che t’amavano con passione, che veneravano in te l’autentico ministro del Signore, generoso, eroico, fino a dar la vita per le loro anime… saprò che ti chiamavano D. Luigi, il loro Padre Luigi, ma che il tuo vero nome era D. Elio. Ah!  carissimo amico!”. Sul tardi – saranno state le nove – le macchine tedesche si rimisero in viaggio verso Pievepelago. Qui, i prigionieri passarono la loro prima notte nelle carceri del paese. A Pieve c’era il comando tedesco che avrebbe deciso in serata sul da farsi.