Io Giuseppe Bernasconi, sono stato accusato di un sacco di cose infami e condannato a morte il 10 agosto 1946 poi commutato in ergastolo e ulteriormente in 30 anni di carcere per essere stato il principale responsabile delle sevizie e della morte inflitte a don Monari e a molti altri patrioti e cittadini nell’estate del 1944. In tribunale però mi sono sempre proclamato innocente.
In realtà… il 15 luglio sera decidemmo sull’organizzazione dell’esecuzione dei condannati a morte essendo gli eserciti alleati alle porte di Firenze. Verso le 23 feci una riunione con i miei più stretti collaboratori presso l’Hotel Excelsior, diedi loro una mancia di 5000 £ ciascuno e dopo aver detto loro che il mattino successivo avrebbero dovuto presenziare alla fucilazione di alcuni partigiani, ordinai che si trovassero pronti davanti allo stesso hotel alle ore 4 del mattino. A Villa Triste prima di quell’ora fu fatto l’appello che riguardava sei prigionieri compresi don Monari ed il capitano Enzo Feliciani. Li feci portare via con le mani legate dietro la schiena e feci spogliare il prete della veste talare. Verso le cinque la mia macchina con sei persone a bordo, preceduta da un’altra macchina di militari tedeschi e da un camion montato da giovani fascisti, in piedi sulle sponde, di guardia ai condannati si diresse alle Cascine. Dopo aver lasciato alcuni di guardia agli ingressi di Piazzale del Re, ci recammo poco più oltre in Piazza Washinton davanti al monumento di quello statista e circa un quarto d’ora dopo provvedemmo a giustiziare i ribelli con i nostri fucili mitragliatori. Lasciammo i corpi ai piedi del monumento e a guardia di essi due soldati tedeschi e ce ne andammo in attesa di decidere dove e chi li avrebbe seppelliti. Seppi poi che i tedeschi aiutati dalle camicie nere li avevano seppelliti lungo l’Arno in una trincea antischegge che si trovava da quelle parti. Solo nel 1956 ritrovarono i resti dei fucilati e li portarono a Rifredi.
Io nel 1962, dopo 23 anni di carcere sono stato liberato e sono morto nel mio letto.