Io don Nino, compagno di seminario di don Elio quando ero parroco a Massa di Toano vedevo don Elio che dalla città arrivava quassù anche a piedi, sempre pieno di notizie, di cose da fare, di gente da sistemare. Nell’agosto del 1943 mandò quassù una decina di ebrei. Dava loro un biglietto con due righe. C’era scritto: Saluti cordiali, don Elio. Io capivo tutto e non avevo bisogno neppure di chiedere il nome a quella gente. Li facevo passare nel reggiano; di là c’era una persona fidatissima che li prendeva in consegna per poi passarli ad altri. Il suo compagno “Lino” (Luigi Paganelli) mi ha raccontato che era animato da un eccezionale spirito di carità e che si dedicò con ardore veramente evangelico all’assistenza dei perseguitati soprattutto ebrei. Per essi organizzò un vero e proprio servizio di occultamento e di avviamento verso la Svizzera creando lui personalmente una via più sicura di fuga per quel paese attraverso la Valtellina e Tirano. Così per vari mesi, fino a maggio del 1944, tutte le settimane partivano regolarmente per Como le staffette di don Monari per accompagnare gli Ebrei verso il confine.