Materiale didattico pastorale
  • LE BASI DELLA VITA SPIRITUALE: PREGHIERA, MEDITAZIONE, SACRAMENTI, DIREZIONE SPIRITUALE, ECC.

(“Pretendeva dai suoi giovani, ed in modo particolare da noi dirigenti diocesani, una vita spirituale irreprensibile: preghiera costante, meditazione, frequenza ai Sacramenti, – e come minimo annualmente – partecipazione agli esercizi spirituali. Ma quello che più gli stava a cuore era la confessione settimanale; anzi pretendeva la ‘direzione spirituale’; In grande considerazione teneva la pratica della quotidiana meditazione. Non si stancava mai di pretenderla da noi, dirigenti, poiché sapeva che se l’anima – con la contemplazione – si nutre, con l’apostolato si dona; Per alcuni anni “pretese” da noi dirigenti Diocesani della GIAC Modena pretese, l’ora di adorazione “privata” settimanale. Privata, ho detto, cioè ci recavamo in presbiterio della chiesa di S. Francesco e, inginocchiati, pregavamo privatamente, cioè senza l’audizione di discorsi, di fervorini, di preghiere dette in comune – Preti uccisi-Test. E. Salotti).

  • ALLA SCUOLA DI TERESA D’AVILA E DI S. GIOVANNI DELLA CROCE

“Apparteneva alla Congregazione del Terz’Ordine secolare della B.V. del Monte Carmelo di Modena con sede, fino al 1956, presso il monastero delle Monache Carmelitane Scalze di S. Giovanni del Cantone dove aveva ricevuto l’abito [scapolare] il 13 dicembre del 1942 ed il 2 gennaio 1944 aveva emesso regolare professione assumendo il nome di P. Giovanni della Croce. Negli anni cruciali della guerra: 1943 e fino al maggio 1944 don Elio, per impossibilità di avere mensilmente un padre carmelitano a Modena (…) teneva lui le adunanze a noi terziari e posso affermare che non gli mancavano né l’ardore apostolico della S. Madre Teresa di Gesù, né la spiritualità del S. Padre Giovanni della Croce” (Testimonianza E. Salotti)

  • LA PRESENZA DI GESU’ CUSTODITA NELL’ANIMA SEGRETO DELL’EVANGELIZZAZIONE

(“Siccome Dio è carità don Elio voleva a tutti i costi far vivere Gesù in sé ” – E. Salotti; “Fa del tuo cuore un tabernacolo dove conservarlo ininterrottamente, dove amarlo anche per gli altri, dove lodarlo anche per chi lo offende. Tienilo con te sempre, in modo che si avveri il nostro canto: ‘ove tu passi passerà Gesù…’. Vedrai allora le spine fiorire e i tuoi compagni avvicinarsi a te, cioè a Lui che è in te e imparare ad amarlo. Essi non lo amano perché non lo conoscono, non lo conoscono perché nessuno lo porta e lo tiene fra di loro. Sii tu il portatore di Cristo” – Lettere di don Elio ACF-DEM).

  • POVERTA’ RADICALE

“In questi giorni di agonia ho pregato tanto la Madonnina Immacolata e ho fatto promessa solenne di osservare la povertà evangelica per tutta la vita, per riparare quanto potessi avere commesso di offesa al Signore o di danno a qualche anima. Se il Signore vorrà e ne sarò degno spero di arrivare anche al voto” (lettera al Vescovo).

  • IL SACERDOZIO MINISTERIALE DISCENDE DAL SACRIFICIO DI CRISTO

“Gesù che vuoi rivivere nel sacerdote (…) fa che nel tuo novello ministro splenda sempre la tua immagine viva di pastore e di Padre – (immaginetta ordinazione)

  • DARE LA VITA ANCHE PER LA SALVEZZA DI UNA SOLA ANIMA

(Affermò che sarebbe stato ben felice se avesse potuto fare olocausto della sua vita per la salvezza di un’anima, si recò sotto il fuoco diabolico a portargli i conforti della religione – Motivazione medaglia d’oro)

  • IL PROFONDO RISPETTO DELLA DIGNITA’ UMANA DI OGNI PERSONA ANCHE LA PIU’ COLPEVOLE

(Don Elio con i Sacerdoti Piccoli Apostoli sottoscrivono questo intento: “Vogliono modellare se stessi e il popolo sulla divina figura di Cristo Salvatore che per restaurare la dignità umana diede la sua stessa vita”).

(Ai partigiani che stavano torturando e maltrattando Renato Piacentini prima della fucilazione disse: È un’infamia trattare una persona così (…) quello che fate è disumano – Tre preti…);

  • IMPEGNO TOTALITARIO NELLA FORMAZIONE DEI RAGAZZI E GIOVANI

Si apre un campo di lavoro così vasto e urgente che mi sembra esigere una dedizione completa di molte energie alla causa giovanile. Sono vari anni che il mio desiderio si orientava sempre più chiaramente verso questa forma di apostolato ed ora mi sento trascinare per questa via, sento (vorrei dire) che il Signore mi chiama.

Spero che il Signore mi conceda di non deludere mai fiducia così fraterna e mi dichiaro pronto a mettere tutte le mie povere forze a disposizione della Gioventù cattolica, per consumarvele tutte, fino alla fine, come V. E. crederà. Sono tanto contento di poter lavorare tutto e solo per i giovani che anche questa è una grazia che stimo uguale a quell’altra. Spero che in questa strada il Signore mi aiuterà a santificarmi e a santificare, a dare tanta consolazione al cuore paterno di V. E. (Lettere a Mons. Cesare Boccoleri)

Mons. Domenico Grandi assistente della GIAC che lo ha avuto accanto affermò poi che don Elio era un “lavoratore che si dedicava oltre il limite delle sue forze e con grande generosità alla gioventù. E che il suo era un apostolato in forma vertiginosa con intensità” (Angelo Zelio Belloni, Don Elio Monari o è pazzo…, Reggio Emilia, 2024).

  • APERTURA UNIVERSALE AD OGNI DIVERSITA’

(Don Elio, “che non guardava in faccia a nessuno” e per il quale le anime erano… “tutte uguali” . Aiutò tutti senza distinzione di idee, di fede politica, di nazionalità (prestò la sua opera sacerdotale anche a favore, di tedeschi feriti e moribondi); per don Elio erano tutti figli di Dio e quindi fratelli suoi. Don Monari era animato da questi sentimenti essenza autentica del cristianesimo – che lo facevano scattare poiché sentiva in sé quel comandamento del Cristo: “Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi” – Preti uccisi – Test. E. Salotti. “Per don Elio che aiutò con la medesima sollecitudine miscredenti, israeliti, protestanti, comunisti, e che diede a tutti, assieme all’aiuto concreto il dono ineguagliabile della sua festevole solidarietà, Cristo era davvero venuto per tutti gli uomini di un secolo inquieto e pieno di malvagità (…) Dotato di una immensa disponibilità, di una quasi illimitata apertura verso tutti, aveva la discrezione delle anime veramente grandi” – Ilva Vaccari, Il tempo di decidere) .

  • LA PRECEDENZA AI PIU’ PERSEGUITATI E POVERI NEL SOCCORSO E NELL’AIUTO RISPETTO A CHI LO È DI MENO

(Le molte cose che [ai giovani ribelli] ci dissero di fare don Arrigo, don Monari e don Ennio erano di dare una mano ai più poveri di noi: “Siete anche voi clandestini, in pericolo ma gli ebrei sono più in pericolo di voi. Ma i prigionieri alleati che erano fuggiti dai campi di concentramento sono più in pericolo di voi. Questi devono essere quelli che voi aiutate” – Archivio Nomadelfia). “Si schierò senza esitazione con i miseri, i braccati, i perseguitati, i condannati a morte, contro i potenti, gli arroganti e contro coloro che da oltre vent’anni tiranneggiavano” – Test. Mario Contatore ACF-DEM). –

. FEDELTA’ AL PROPRIO TEMPO

Abbiamo una considerazione preziosa sulla concezione del tempo per don Elio che merita qualche sottolineatura anche perché come si è letto una delle maggiori critiche che gli fu mossa in vita riguardava il suo “aver fretta in tutto”… il suo temperamento era giudicato da qualche confratello precipitoso, imprudente e caratterizzato da faciloneria e quindi non meritevole di fiducia.  Ma forse non era fretta quanto piuttosto un dono che gli veniva da suo voler essere fedele a quel tempo che giudicava “non buono” , “giorni di agonia” che non poteva rappresentare un appello indilazionabile per un il suo cuore vigile e colmo di amore. Scrive inoltre E. Ferri: “Quando si scrive dell’attività di don Monari in quel breve periodo (settembre 1943 – luglio 1944) si ha come l’impressione di essere alle prese con un tempo dilatato, perché veramente tantissimi furono le sue opere a favore di un’Italia diversa, nuova più giusta e democratica” .(Angelo Zelio Belloni, Don Elio Monari o è pazzo…, Reggio Emilia, 2024)

. EVANGELIZZARE TUTTE LE DIMENSIONI DELLA VITA UMANA

(Nello statuto dei Sacerdoti Piccoli Apostoli don Elio sottoscrive questa affermazione: “Immolarsi corpo e anima nel santificare tutte le forme di vita del popolo percorrendo e precorrendo l’indole e l’esigenza dei tempi” (Statuto Sac. Piccoli Apostoli); “Egli [don Elio] voleva che i giovani dessero prova di vivere il Vangelo in ogni ramo dell’attività umana ed a ciò li preparava quasi fossero pattuglie d’avanguardia di tutta la gioventù italiana in tutti i settori” – Don Elio o è pazzo o è santo ). “I Sacerdoti piccoli Apostoli, nelle loro più intime conversazioni hanno deciso di dare la vita, lieti anche nel martirio, pur di penetrare le masse attraverso la santificazione delle forme della vita moderna” – Lettere di don Zeno Arch. Nomadelfia)

  • LA FRATERNITA’ CONCRETA TRA SACERDOTI

“Don Monari di Modena, quell’ardente sacerdote che fece un bene immenso tra i giovani e che è stato fucilato dai nazifascisti perché patriota, veniva spesso per alcuni anni da me, sempre proponendomi di studiare un modo di unirci tra noi sacerdoti per realizzare in più vasta scala l’Opera Piccoli Apostoli” (Don Zeno, Archivio Nomadelfia)

Una prima testimonianza, a cui si è già accennato, di questa sua visione e sentire convergente si ha all’interno dell’Azione Cattolica nazionale, quando nel marzo del 1943 si fece promotore, di una Unione Assistenti Gioventù Italiana di Azione Cattolica, per una loro formazione teologica più pratica omogenea e snella in un costante e solidale scambio di esperienze e di collaborazione. Tale progetto, assai apprezzato anche a Roma, arenatosi con la guerra fu comunque guidato nel suo esordio dallo stesso don Elio.Si era aggregato a quei “Parroci che avevano accolto l’invito di don Zeno di mettersi insieme, per creare “l’Unum” dei Sacerdoti come si era creato l’Unum dei Piccoli Apostoli e del popolo. Noi che avevamo formato il Congresso dei Sacerdoti Piccoli Apostoli, ci siam trovati insieme, abbiamo studiato un piano apostolico nel popolo, e poi collegati tra noi nelle iniziative. Però eravamo già in diciassette sacerdoti, tra i quali poi anche don Elio Monari, che già collaborava con noi. Ogni sacerdote però rimaneva nell’attività in cui si trovava prima pur cercando di creare questo, diciamo, collegamento e questa unione dei Sacerdoti. Doveva essere l’inizio della rivoluzione del Clero. Diceva sempre don Zeno: Prima di chiamare a fraternizzarsi il popolo, noi sacerdoti dobbiamo essere quelli che danno l’esempio: fraternizziamoci fra di noi” (Angelo Zelio Belloni, Don Elio Monari o è pazzo…, Reggio Emilia, 2024)