Io Maggiore Peter Lewis seppi da Mario Lugli che mi nascondeva in casa propria, che pochi giorni dopo il suo processo a Bologna, – don Monari aveva avuto una parte assai importante esso, lavorando dietro le quinte e scongiurandogli la fucilazione -, il giovane prete fu informato del fatto che i Tedeschi lo stavano cercando. Era stato doppiamente attivo in quel periodo, dato che Mario era stato arrestato ed Arturo Anderlini giustiziato. Infatti non appena gli Inglesi fuggiti furono evacuati da Modena egli si era buttato ad aiutare prevalentemente Ebrei e partigiani. I fascisti ed i Tedeschi si resero conto che c’era qualcuno che dirigeva l’organizzazione nella città e, alla fine, i loro sospetti caddero su don Monari. Così alla fine, non senza l’aiuto della confessione di una donna arrestata, anche nei confronti di don Elio era stato spiccato un mandato di cattura da parte della Guardia Repubblicana di Sassuolo in cui si affermava che egli doveva essere “immediatamente arrestato a qualunque costo”. Don Elio avvertito dall’informatissimo don Pistoni e dagli amici di Sassuolo, fece appena in tempo a svignarsela. Povero D. Elio! Lo videro pedalare un pomeriggio sulla Giardini come un forzato. Lui che non era mai fuggito, che aveva sempre incoraggiato tutti a resistere e diceva di avere un fegato di ferro ora scappava. Era una giornata di vento, dense nubi si addensavano sulla città e il temporale incombeva.